Skip to main content

Full text of "Elena da Feltre; dramma tragico in tre atti, da rappresentarsi al Teatro Carlo Felice, nella primavera del 1839."

See other formats


É 


/ 


ELENA  DA  FELTRE 


MIMMI  TB^aiCO 


3 iv    ite*  atti/ 


ai*  vesaiuo  cablo  pioce 


B7EZ.X.A  PEIMAVERA  BEI.  1839. 


GENOVA 

1839. 


PERSONAGGI, 


BOEMOMDO,  Luogotenente  di  Eccellilo  III. 

Sig.  Michele  Novaro 
IMBERGA ,  sua  figlia 

Sig.a  N.  JY. 
SIGIFREDO ,  padre  di 

Sig.  Arcangelo  Lorenzini. 
ELENA,  vedova 

Sig.a  Giuseppina  Armenia 
GUIDO 

Sig.  Felice  Bottelli 
UBALDO 

Sig.  Giuseppe  Zoboli 
GUALTIERO 

Sig.  Francesco  Ricci 

Dame  e  Cavalieri  della  Corte  di  Boemondo 
Familiari  ed  amici  di  Ubaldo 
Guardie  di  Boemondo. 

U  avvenimento  ha  luogo  nella  città  di  Feltre. 
L'epoca  rimonta  al  1250. 
Poesia  del  Sig.  Salvadore  Cammàratso. 
Musica  del  Maestro  Sig.   Saverio  MercadAnte. 
I  Cori  d'ambo  i  sessi  sono  formati  dagli  allievi  dell'Istituto 
di  Musica,  istruiti  e  diretti  dal  Maestro  Gius.  Giuffra. 

Suggeritore  e  Copista,  Sig.  Pietro  Gianelti. 
Le  scene  delle  Opere  e  dei  Balli  sono  inventate  dal  Sig. 
Michele  Canzio ,  Direttore  d'Ornato  nell'Accademia  delle 
Belle  Arti  e  Pittore  di  S.  M. ,  ed  eseguite  dai  Sigg.  fra- 
telli Leonardi. 

Macchinista  Sig.  Novaro  —  Attrezzista  Sig.  Rollerò 
—  Capo-sarto  Sig.  Carlo  Carrera  —  Altro  Capo-sarto  Sig. 
Carlo  Gallo  —  Capo-sarta  Sig.a  Caterina  Stefani  —  Ber- 
rettonaro  Sig.  Nicolò  Mazzini  —  Parrucchiere  Sig.  Michele 
Ferrando. 


I  Balli  sono  composti  e  diretti   dal  Coreografo 


Terzo  Ballo  storico  in  6  Atti 

GIAFFAR 


COMPAGNIA  DI  BALLO 

Primi  Ballerini  di  scuola  francese 
Signor  Teodoro  Martin.  Signora  Luigia  Bettoni. 

Prime  Ballerine  di  scuola  italiana 
Signore  Clotilde  Rossetti  e  Rosa  Clerici. 

Primi  Ballerini  per  le  parti 
Signor  Lodovico  Montani  ,  Signora  Luigia  Colombon 
Signor  Federico  Gheddini. 

Primo  Ballerino  per  le  parti  giocose 
Signor  Giovanni  Poggiolesi. 

Primi  Ballerini  di  mezzo  carattere  per  ordine  alfabetico 
Signore  Astengo  Angela ,  Cherubini  Carolina  ,  Cocchelli  Ade* 
laide,  Montani  Gesualda  ,  Pizio  Teresa,  Poggiolesi  Elisa - 
Tanzi  Maddalena  ,  N.  N. 
Signori  Borresi  Antonio  ,  Cocchelli  Giuseppe  ,  Dellepiane  Fran- 
cesco ,  Ferraris  Antonio,  Mosso  Ottone,  Rubbiola  Antonio  , 
Solimano  Francesco  ,  N.  N. 

Con  no  28  Ballerini  di  concerto,  Banda  militare, 
Comparse. 


SCENA  PRIMA. 

Gabinetto  negli  appartamenti  di  Ubaldo. 

Ubaldo  siede  presso  una  tavola,  immerso  in  cupa  tri- 
stczta  :  lo  accerchiano  i  suoi  nobili  amici  ed  ijami- 
gliari  della  potente  sua  casa. 

Coro  Tfi  scuoti ,  Ubaldo ,  e  svelane 

I  crudi  affanni  tuoi  : 
Dolce  ti  fìa  dividere 
L'  ascoso  duol  con  noi , 
Dolce  versar  le  lagrime 
In  sen  dell5  amistà- 
Muto  egli  resta,  immobile!.,  (piano  fra  loro) 
Ogni  conforto  è  vano  : 
Ahi  !  V  infelice  è  vittima 
Del  suo  cordoglio  arcano  ! 
Ahi  !  volge  a  sera  il  misero 
Neil'  alba  dell'  età  ! 

SCENA  IL 
Guido,  e  detti. 
Gai.   Diletto  amico  !... 

Uba-  (scosso  dalla  voce  di  Guido  ,  sorge  e  lo  abbraccia) 
Qual  cagion  ti  guida 

Ne'  lari  miei? 
Gui.  Svelarla 

A  te  soltanto  io  deggio.  (  ad  un  cenno 

di  Ubaldo  il  Coro  si  allontana  ) 

Del  tuo  valor ,  de'  prodi  tuoi  m'  è  d'  uopo 
L5  alto  soccorso. 


6 

Uba.  Parla. 

Gui.  È  a  te  palese 

Che  il  fero  Boemondo  a  me  destina 
Dell'  orgogliosa  figlia 
Jl  talamo  superbo...  io  la  detesto... 
Altra  donna  m'  accese. 
Uba.  E  le  promesse  ,  o  Guido  ,  e  la  speranza 
Che  1'  antica  possanza 
Risorga  in  te  degli  avi? 
Gui.  Cede  tutto  ad  amor. 
Uba.  Tu  dunque  ?.. 

Gui.  Io  volo 

Del  signor  di  Cornino  entro  il  castello 
Un  asilo  a  cercar...  diman  qui  riedo. .. 
Accanto  alla  magion  di  lei  che  m'arde 
Un  tempio  sorge  ,  col  favor  notturno 
Ivi  la  traggo  ,  e  sciolto 
Il  voto  nuzial  ,  fuggo  repente 
Questa  città  dolente. 
Pur  sai  che  intorno  delatori  ascosi 
Erran  tuttora  ;  ove  i  disegni  miei 
Discopra  alcuno  ,  assecurar  mi  dèi 
Tu  con  Y  armi  uno  scampo. 
Me  '1  prometti  ? 
Uba,  Lo  giuro.  —  E  qual  si  noma 

Colei  che  tua  sarà  dinanzi  al  cielo  ? 
Gin.  Elena  degli  Uberti. 

Uba.  (come  colpito  da  un  fulmine)  Elena  !...  (Io  gelo  !...) 

Gui.         Che  fu?...  t'assale  un  tremito! 

Hai  di  pallore  estremo 

Tinte  le  gote  !.. 
Uba.  Io?...  Palpito 

Per  te.  ,  .  per  te  sol  tremo..  .  — 

Deh  !  qual  maligno  genio , 

Amico  ,  a  te  consiglia  ? 

D'uom  che  fuggi  al  patibolo 


Amar  puoi  tu  la  figlia  ? 

Puoi  d5  Eccelin  la  collera 

Sul  capo  tuo  chiamar  ? 
Ah  !  no  :  ti  cangia... 
Gui.  Ed  Elena 

Potrei  dimenticar? 
Tu  non  sai  qual  dolce  incanto, 

Qual  poter  m5  avvince  a  lei  : 

È  il  destin  de'  giorni  miei  , 

È  la  vita  ,  è  il  ciel  per  me. 
Io  V  adorò  :  Iddio  soltanto 

Per  amarla  un  cor  mi  diè. 
Uba.    (  Tanto  avversa  ,  orribil  tanto 

La  mia  sorte  io  non  credei.  .  . 

Lei  perduta  ,  insiem  con  lei 

Ogni  speme  il  cor  perdè,  .  * 
Sol  per  vivere  nel  pianto 

L*  esistenza  il  ciel  mi  diè.  ) 
Cui.     Per  temer  del  tuo  coraggio 

Troppo  ,  amico ,  io  ti  conosco. 

Quando  in  mar  disceso  ii  raggio 

Fia  del  giorno  ,  e  1'  aer  fosco  , 

Te  domani ,  al  fianco  mio 

Presso  il  tempio  rivedrò  ? 
Uba.     Si.  .  .  (nella  massima  confusione) 

Gui.        Un  amplesso.  —  Un  bacio.  —  Addio. 
Uba,        (Che  promisi!...  che  farò?...) 
Gui.     In  te  riposo ,  in  te  m'  affido  ; 

Sia  Y  amistade  scudo  all'  amore. 

Di  gioia  immensa  ho  pieno  il  core... 

Ah  !  la  dividi  tu  pur  con  me. 
Uba.    Sì ,  la  tua  gioia  con  te  divido... 

Fia  V  amistade  scudo  all'  amore.  .  . 

(  Più  lacerato  di  questo  core 

No  ,  sulla  terra  un  cor  non  v5  è  !  ) 

(Guido  parte.  Ubaldo  cade  sur  una  seggiola) 


8 


(dopo  qualche  momento  di  silenzio) 

La  madre  estinta  ,  il  genitor  fuggiasco, 
Di  tue  repulse,  ingrata, 

Pretesti  furo  !  amavi...  (sorgendo  agitassimo )  < 

Ma  non  Ubaldo  !  —  E  renderò  felice 

Te  col  rivale  ,  io  stesso  ? 

No.  —  Pur...  —  Che  mai  decido? 

Il  tutto  sappia  Boemondo...  Ah  !  Guido 

Io  perdo  ,  e  non  ottengo 

La  fatai  donna  S  (rimine  taciturno  colle  braccia 
conserte,  !o  sguardo  affisso  al  suolo  j  quindi  si 
riscuote  ,  come  colui  che  ha  già  preso  una  de- 
terminazione ) 

Sì  :  rapirla.  .  .  E  fia 
Che  Y  amistà ,  che  la  giurata  fede 
Sì  vilmente  io  calpesti  ?... 
Cede  tutto  ad  amor.  Tu  lo  dicesti  ! 

(entra  ne'  suoi  appartamenti) 

SCENA  III. 

I    Sala  adorna  di  quadri  nel  palagio  di  Sigifredo.  —  Porte 
laterali  e  verone  in  prospetto  che  risponde  sul  giardino. 

Elena. 

Del  tremendo  Eccelin,  di  Boernondo 
Qui  suo  ministro  ,  nè  di  lui  men  crudo , 
All'  ire  il  padre  s'  involò  !.  ,  Belluno 
Ricovero  e  difesa  entro  sue  mura 
Al  fuggente  assecura.  — 
Lieta  son  io,  più  lieta 
Il  sol  cadente  mi  vedrà  domani  ! 
Voti  che  amor  formò ,  che  benedisse 
Il  consenso  paterno, 
Benedirà  domani  anche  Y  Eterno  ! 
Ah  !  del  tenero  amor  mio 

Al  trasporto  appena  io  reggo... 

Gl'inni  ascolto,  l'ara  io  veggo 

Ove  sposa  diverrò. 


4  3 

Armigeri  Stolta  ,  ed  osi  !.. . 

Eie,  Forza  umana 

Separarci  non  potrà. 
Tigri.  . .  furie  dell'  a  verno , 

Quelle  spade  in  me  vibrate  ]  * 

Ma  strapparmi  al  sen  paterno , 

Fin  c\i  io  vivo ,  non  sperate.  — 

Disfidiam  la  cruda  sorte , 

Ne  colpisca  insiem  la  morte  , 

Ed  insieme ,  o  padre  amato  9 

Ne  raccolga  Iddio  nel  ciel. 

$ig.        Figlia  ,  addio.  . .  per  sempre  addio. .  . 
Al  supplizio  già  m'  appresto  $ 
Ma  Y  onor  del  sangue  mio 
Sulla  terra  illeso  io  resto. 
È  confili  di  mie  sciagure  , 
È  trionfo  a  me  la  scure.  . . 
Tu  conforta  il  cor  piagato, 
Miglior  padre  avrai  nel  ciel. 

Uba.       (  Mi  seguirò ,  al  giunger  mio , 

Lutto  e  morte  in  queste  mura.  .  . , 
Quale  un  empio  in  ira  a  Dio 
Porto  meco  la  sciagura  ! 
Ho  nel  cor  1'  atroce  morso 
D'  un  terribile  rimorso.  . . 
Ah!  l'amico  è  vendicato, 
Maledetto  fui  dal  ciel.  ) 
*  Gita.       Trista  notte  !.  . .  sventurato  !.  .  . 

Ho  di  morte  in  petto  il  gel  ! 

Arra.      T'  apparecchia  ,  scellerato  , 
Al  supplizio  più  crudel. 
(  Elena  è  divelta  dal  fianco  del  padre  ,  e  mentre  lo 
vede    allontanarsi    ferocemente    trascinato ,  cade 
priva  di  sensi  nelle  bi  accia  di    Gualtiero.  Ubaldo 
sì  allontana  desolato  ,  la  sua  gente  lo  segue  ). 

FINE  DELL  ATTO  PiUMO. 


SCENA  PRIMA. 
Sala  nel  Palagio  municipale. 
Boemondo  ed  Ubaldo  ,  seduti. 

Uba.  JLFunque  ?♦ 

Boe.  Tutto  è  già  fermo, 

Il  silenzio  profondo  della  notte 
Di  Sigifredo  avvolse 

La  prigionia  :  qual  d'  un  estinto  in  petto  , 

Nel  cor  de'  miei  tace  1'  arcano.  .  . 
Uba.  E  tace 

Nel  cor  de1  miei  pur  anco. 
Boe.  Entro  la  rete 

Guido  cadrà.  ,  .  Giunge  colei.     „      { sorgono  ) 

SCENA  II. 
Elena  e  detti. 

Eie.  Me  vedi  , 

Nella  polve.  .  L  a'  tuoi  piedi.  .  . 

Svena  ,  svena  la  figlia  ,  o  Boemondo , 

E  viva  il  padre. 
Boe.  Al  mio  voler  t' arrendi  , 

Ed  ei  vivrà. 
Eie.  Fia  vero  ?. .  .  Imponi. 

Boe.  Ubaldo, 

LT  irrevocabil  mio  comando  a  lei 

Parla. 

(  Egli  si  muove  per  uscire.  Elena  fa  qualche  passo  alla 
sua  volta,  in  atto  supplichevole  e  come  per  parlargli) 
Obbedir  t'è  forza.  . . 
Ciecamente  obbedir.  (  parte  ) 


45 

Eie.  Pronunzia  dunque 

La  mia  sentenza. 
Uba.  M' odi , 

Onde  salvar  del  padre  tuo  la  vita, 
È  mestier  che  ad  Immerga 
Offra  Guido  la  man. 
Eie.  Prosegui. 
Uba.  Ed  egli 

Mai  noi  farà  ,  se  pria 
Fra  voi  non  sorge  una  barriera  eterna. 
Eie.    Quindi  ? 
Uba.  Seguir  tu  dei 

Altr'  uomo  all'  ara.  .  . 
Eie.  Altr' uomo  !  E  quel  tu  sei? 

Uba.  È  ver  t  son  io  ,  che  avvampo ,  ardo  ,  mi  struggo 

DJ  amor  per  te.  .  . 
Eie.  D'amor  !. . .  Quel  reo  tuo  core 

Non  conosce  ,  non  sa  che  cosa  è  amore. 
Uba.        Il  niio  sangue ,  i  giorni  miei 

Per  I'  amico  io  speso  avrei.  .  . 
Ma  saperlo  a  te  consorte  l 
Ma  vederlo  a  te  dappresso  !.  .  . 
Quest5  idea  peggior  di  morte 
Mi  sospinse  a  nero  eccesso  1 
La  mia  fede  ho  violata.  ... 
L?  amistade  ho  calpestata.  .  . 
Ah  !  misura  ,  o  sconoscente, 
L'  amor  mio  dal  mio  fallir  ! 
Eie.        Sorridendo  il  ciel  m?  offria 

Quanti  beni  im  cor  desia  ! . .  . 
Tutto  perdo.  .  .  me  infelice  ! 
Tutto  sparve  ad  un  istante  ! . . . 
Dunque  infida  e  traditrice 
Me  saper  dovrà  F  amante  ?. .  • 
Io  sarò  da  lui  spregiata  , 
Maledetta ,  abbominata  !..  « 


\ 

No  ,  tant'  oltre  non  consente 
Ad  un'  alma  Iddio  soffrir. 
Dunque  non  vuoi  ? 

\  Discendere 
Vo'  pria  nel  freddo  avello. 
Altri  però  precederti 
Deve  ,  ostinata,  in  quello. 
Già  nel  segreto  carcere 
S' innalza  un  palco  .  .  .  trema  ! 
Quando  del  maggior  tempio 
Udrai  squillar  V  eslrema 
Ora  del  giorno ,  i  complici 
Morran  di  Sigifredo  ! 
O  cedi ,  o  sul  patibolo 
Anch'  ei.  .  . 
inorridita  )         Non  dirlo.  .  .  Io  cedo.  .  . 
Sarò  tua  sposa. 

(Oh  giubilo  !.  .  .) 
Fra  poco  ,  ed  al  cospetto 
Di  Boemondo ,  apprestati 
A  confermare  il  detto 
Con  giuramento. 

Basti.  . . 
Promisi. .  .  giurerò. 

Il  genitor  salvasti. .  . 

Guido  !.  .  .  Perduto  io  1'  ho  !•  . . 

Arderà  più  vivo  ognora 

Del  mio  cor  l' immenso  affetto.  . 
Come  un  angelo  s'  adora  , 
Adorarti  ognor  prometto. 
Anche  un  barbaro  destino 
Lieto  fia  con  te  diviso.  .  . 
Mi  parrà  di  gioia  un  riso 
Fin  la  morte  in  braccio  a  te, 

O  perduta  mia  speranza  , 
Fu  dover  1'  abbandonarti. 


Sarò  tua  dinanzi  a  Dìo  * 

Tua  per  sempre,  o  mio  diletto.., 
Si  comprende  in  questo  detto 
Quanta  gioia  il  ciel  creò! 

SCENA  IV. 

Gualtiero  ,  e  detta. 
Graa.  Elena  ? ...  (avanzandosi  dal  verone) 

Eie.  Ebben  ,  Gualtiero  ? .  .  . 

Sembri  agitato  !... 
Gua.  È  vero... 

Tutta  1'  alma  ho  commossa...  Un  peregrino  , 

Dalla  romita  via  che  al  parco  adduce 

Inoltrava  guardingo  ;  a  lui  dJ  incontro 

Io  mossi.  .  .  Ah  !  chi  poteva 

Immaginar  soltanto  !.... 

Egli  mi  segue...  vedi... 

SCENA  V. 

Sigifredo  >  e  detti. 

Egli  appena  arrivato  protende  le  braccia  ad  Elena. 
e  getta  il  cappello  che  fa  parte  del  suo  arnese  da 
pellegrino  ,  e  di  cui  Vaia  rovesciata  gli  ombreggiava 
il  volto.  Gualtiero  si  ritira  da  una  porta  laterale.  ) 

Sig.    Figlia.  .  . 

Eie.  Tu ,  padre  !... 

Sig.  O  figlia  mia... 

Eie.  Qui  riedi, 

Qui ,  dove  a  prezzo  il  capo  tuo  fu  posto  ! 
Sig.    Vano  il  fuggir  tornò  :  cadde  Belluno , 

Cadde  in  potere  anch'  essa 

Del  barbaro  Eccelino  , 

All'  odio  ghibellino 

Co'  miei  seguaci  un'  ospitai  capanna 


40 

Più  di  mi  ascose  ,  ma  drappel  di  sgherri 

Ne  rintracciò... 
Eie.  Che  ascolto  1... 

Sig.    In  questo  arnese  ,  dalla  notte  avvolto , 

A  me  soltanto  il  fato 

Scampar  concesse  .  .  Al  fianco  tuo  ritorno , 
Chè  almen  perir  vogl'  io 
Fra  le  tue  braccia,  o  figlia.  .  . 
Eie.  Un  calpestio 

L'  udito  mi  ferì!  .  .  .  t'  ascondi.  .  * 

(Sigif.  entra  dal  lato  opposto  a  quello  onde  si  ritirò  Gcal.  ) 

SCENA  VI. 
Gualtiero  ,  quindi  Ubaldo  e  detta. 

Glia*  (  comparendo  sulla  soglia  )  Ubaldo 

£'  appressa.  {  rientra) 

Eie.  Egli!..,  Che  fia?.     -  Tu  giungi  ad  ora  (  ad  Uba.) 
Ben  tarda  ! 

Uba.  In  tempo  a  possederti  ancora 

Io  giungo.  Vieni. 
Eie.  Ah  !  dove  ? 

Uba.  Ne'  lari  miei. 
Eie.  Che  parli  !.  .  . 

Uba.  Donde  non  uscirai  che  mia  consorte. 
Eie  Che  oseresti  ? 

Uba.  Opporti  a*  miei  desiri  , 

Più  ,  crudele ,  or  non  puoi.  .  . 
Eie.  Ciel  !  ...  tu  deliri  ! 

Uba.  Tremendo  è  il  mio  delirio  ! 

Ebbro  d'  amor  son  io  !..  . 
Forza  è  seguirmi. .  . 
Eie.  Scostati.  .  . 

Cessa.  .  . 
Uba.  Che  indugi  ? 

Eie.  Oh  Dio!.  .. 

Parla  sommesso.  .  . 
(guardando  atterrita  dalla  parte  ove  si  nascose  il  padre) 


4f 

Uba.  Ascolta  : 

Schiera  è  de'  miei  raccolta 

Quinci  dappresso.  .  . 
Eie.  (  Io  palpito  !. .  .  ) 

Uba.         Se  parlo  un  solo  accento, 

Accorrerà  sollecita  .  .  . 
Eie.  (M'  opprime  lo  spavento  !.  .  .  ) 

Uba.  Che  giova  ornai  resistere? 

Chi  può  sottrarti  a  me  ? 

(accostandosi  ad  Elena,  come  per  trascinarla  seco) 

SCENA  VII. 
Sigifredo  e  detti 

Sig.  Io... 

(  Egli  ha  deposte  le  spoglie  di  pellegrino  e  stringe  nella 
destra  il  brando  sguainato  ) 
Uba.        Sigifredo  !.  .  .  —  Un  demone 

Qui  lo  conduce  !..  . 
Eie.  Ahimè  !  .  . 

Sig.         Un  nume  ,  un  nume  vindice 

Qui ,  traditor  ,  mi  guida  : 

1/  onore  in  suon  terribile 

Sangue  domanda  ,  e  grida  . .  . 

E  nel  tuo  sangue  3  o  perfido , 

L'  oltraggio  io  laverò. 
Uba.        Tutto  m' investe  un  fremito  , 

Corre  all'  acciar  la  mano  ; 

Dell'  ira  temeraria 

Dovrei  punirti ,  insano.  .  . 

Ma  togliere  al  carnefice 

I  dritti  suoi  non  vo\ 
Eie.        Ah  !  può  scoprirti  e  perdere 

Un  grido  solo  ,  un  detto  !.  .  . 

Rammenta  qual  patibolo 

Hanno  i  crudeli  eretto  l. . . 


Ì2 

Pensa  che  sopravvivere 
La  figlia  a  te  non  può. 
Sig.         Snuda  il  ferro  ,  ed  esci  meco , 

(  avviami*,  s'  /falla  parte  del  giardino) 

O  dirò  che  un  vii  tu  sei. 
Uba.       Vile  ! 

Eie.  Ubaldo. . .  (  suppltóevok) 

Uba.  Io  vile  !. .  .  Ah  cieca 

Son  di  sdegno!.  .  *  Andiam  . . . 
Eie.  No* . .  dèi 

Prima  uccidermi ,  spietato.  .  . 
(  cadendo  a'  piè  di  Ubaldo  e  stringendogli  le  ginocchia  ) 

Sig,         Vieni. .  . 

Uba.  Resta. .  .  (  sciogliendosi  da  Eie.  ) 

SCENA  Vili. 

I seguaci  di  Ubaldo,  poi  Gualtiero,  quindi  un  drappello 
di  Armigeri  e  detti. 

Seguaci  In  tuo  soccorso  ..  (accorrendo) 

Qui  costui  !.  . . 
Glia.  Nemico  fato!...  (  nel  massimo  spav.) 

Stuol  di  sgherri  ai  gridi  accorso , 
Già  si  avanza.  .  . 
Eie.  Cielo  !  ajuto.  .  * 

Glia.  Eie.  Fuggi.  .  .  (  spingendo  Sigifredo  verso  i  gsar- 
Sig.  È  tardi.  àlnì  > 

II  Capo  degli  Arm.  Che  mai  vedo  ! . 
Uba.  (  Ah  ,  che  feci  !.  .  .  ) 

Sig.  (  Son  perduto.  )    (  getta  le  cpada  ) 

Arni.  Il  ribelle  Sigifredo  ! 

Il  Capo  degli  Ann.       Si  circondi. 

Eie.  Ah  !..  .  (  avviticchiandosi  al  padre) 

Arm.  T'  allontana. 

Eie.    Non  fia  ver.  .  . 

Gua.  Di  lei  pietà .  . . 


Qual  uom  sospeso  tra  vita  e  morte!  ~ 
Di  tema  agghiaccio,  ardo  d'amor.  .  . 
A  tanto  assalto  non  regge  un  cor.  ) 
Boe.  e  (  Figlia  crudele  ,  se  indugi  ancor  , 

(  piano  ad  Elena,  rimasta  sempre  accanto  ad  essi  > 
Imò.        La  tomba  schiudi  al  genitor  ! 
Cav  e  (  Guido  è  turbato  !  —  Ubaldo  ancor  !  — 

0.  (sommessamente  fra  loro) 

Dame       Colei  si  tinse  d3  atro  pallor  !  ) 
Boe*    Svela  pur  gli  affetti  tuoi: 

Troppo ,  o  donna  ,  ornai  tacesti. 
Qui  d'alcun  temer  non  puoi.* 
Io  qui  sono,  io  :  m' intendesti?  (  con  mistero) 
Eló,  (  È  ancora  esitante;  ma  ella  vede  balenare  nel  guardo  di 
Boemondo  una  tremenda  minaccia  ,  quindi  raccogliendo 
tutta  la  sua  costanza  ,  dice  le  seguenti  parole  ,  come 
persona  già  presso  a  morire  ) 

Amo. . .  Ubaldo.  • .  e  giuro  a  lui.  . . 
Fè.  * ,  di  sposa.  . . 
Gui.  Ho  il  vero  udito!..» 

(  qual  uomo  che  smarrisce  la  ragione  ) 

Tu  giurasti?, . .  ed  è  costui?.  .  .  — 

Sì  vilmente  io  son  tradito  !.  .  . 

Empia...  Infida.    —  Oh  !  quale  accento 

Rampognarti  appien  potria  ? 
Eie.         (  Ahi!  terribile  cimento  !. .  .) 
Gui*         Va.  .  .  non  merti  l' ira  mia.  .  . 

Ti  dispregio.  —  Un  forsennato  (ad  Imberg.) 

Chieder  osa  il  tuo  perdono... 

Ah  !  dimentica  il  passato  , 

E  tuo  sposo,  Imberga ,  io  sono..»  — - 

Tu  però  scontar  dovrai 

Col  tuo  sangue ,  o  traditor... 

(  si  avventa  contro  Ubaldo ,  con  la  spada  sguainata  ) 
Uba.  Sciagurato!... 
Eie.  Cieli... 

Boe.9  Imb*  e  Coro  Che  fai!..,    (lo  disarma  no) 

Gui.        Ah!.  .  .  son  ebbro  di  furor.  .  . 


lì 


Un  demone  presieda , 

Spergiuri  ,  al  vostro  imene.  . . 

A  voi  non  si  conceda 

Un'  ombra  mai  di  bene.  .  • 

Del  talamo  esecrato 

Vegli  iì  rimorso  allato.  .  > 

Se  può,  vi  renda  il  cielo 

Miseri  più  di  me.  * 
Eie.         (  Non  v'  ha  supplizio  eguale  !. . 

Non  v*  ha  più  rio  martoro!..  . 

Ogni  suo  detto  è  strale! 

Ad  ogni  istante  io  moro  ! 

E  gioia  intanto  all'  empio 
(osservando  la  gioja  che  traluce  negli  occhi  di  Boem.  ) 

Di  questo  cor  lo  scempio  !... 

La  tua  giustizia  ,  o  cielo  , 

Non  porge  aita  a  me  ?  ) 
Uba.        D'  Elena  in  sen  m'  ardea  (a  Guido) 

Il  più  cocente  amore.  .  . 

Squarciarmelo  potea  , 

Ma  non  cangiarmi  il  core.  — 

Invan  tua  rabbia  cieca 

Al  mio  legame  impreca... 

Sarà  la  terra  un  cielo  , 

D'  accanto  a  lei  ,  per  me  ! 
Eoe.  e  (  Perfida  ,  è  questo  un  saggio 
Imb.  Del  tuo  castigo  appena  : 

Tremendo  fu  1'  oltraggio  , 

Sarà  maggior  la  pena. 

Strazio  crudel  t'  aspetta  , 

E  tanta  e  tal  vendetta , 

Che  della  morte  il  gelo 

Men  crudo  fia  per  te  !  ) 
Coro       L'  ira  che  t'  arde  in  petto 

Spegni ,  o  nascondi ,  insano* 

A  più  sublime  oggetto 


23 


Porger  tu  dei  la  mano.  .  . 
Non  mai  sì  basso  amore 
Dovea  macchiarti  il  core. . . 
Lo  copra  eterno  velo  ; 
Se  puoi  ,  lo  nega  a  te. 

(  Guido  si  allontana  nel  massimo  furore  j  tutti  lo 
seguono,  tranne  Ubaldo  ed  Elena  che  dispera- 
tamente si  abbandona  sopra  una  seggiola.  ) 


FINE  DELL'ATTO  SECONDO. 


ATT©  TIMME©* 


SCENA  PRIMA. 

Sala  nel  palagio  di  Sigifredo,  come  nell'atto  primo, 
ELEtf  A  prostrata  innanzi  ali9  effigie  di  sua  madre . 

IMIadre ,  che  in  ciel  sei  del  bel  numer'  una, 

E  in  lui  t'  affisi  che  non  cape  in  mente 

Di  noi  bassi  mortali  ,  ah  !  tu  m.'  impetra 

Il  fin  di  questa  mia 

Vita  non  già  ,  ma  prolungata  morte. 

Troppo  acerba  è  la  prova,  ed  io  mal  reggo 

Debile,  e  sola...  Giunge  alcun...  —  Traveggo!..* 

SCENA  IL 
Guido  e  detta» 

Tu  qui ,  mentre  s5  appresta 
Delle  tue  nozze  il  rito 
Nel  vicin  tempio  ? 

Sì  :  pria  che  m'  annodi 
La  catena  fatai,  che  trascinarmi 
Deve  alla  tomba  ,  io  cedo  al  prepotente 
Desio  di  favellarli. 
Tutto,  per  accusarti, 
Tutto  s'  unisce.  .  .  dal  mio  cor  soltanto 
Sorge  un  ultimo  grido 
In  tua  difesa. 

O  Guido!.  .  . 
Colà ,  di  Boemondo 
Nella  temuta  soglia  ,  orride  voci 
Tu  proferisti  !  ma  dettate  furo 
Dall'alma?  o  forse  un  tradimento  infame... 


Eie. 
Gui. 


Eie. 
Gui. 


il 


Non  tacciarmi  <T  incostanza.  .  . 

Era  figlia  pria  d'  amarti.  — 

È  compito  il  mio  destino.  .  . 

Già  la  morte  in  sen  mi  piomba.  .. 

Non  il  talamo,  la  tomba     (volgendosi  ad 

Ubaldo  ,  con  disperazione  ) 

Apprestar  tu  devi  a  me.  (  partono  ) 

SCENA  III. 

Appartamenti  di  Boemondo. 

S'  apre  nel  fondo  un  uscio  segreto  >  dal  quale  $'  innoltra 
Guido  ,  preceduto  da  molti  uomini  aV  armi ,  che  si 
allontanano  per  altra  via. 

Che  fia  !  Nella  cittade 

Ritorno  appena ,  e  come  atteso  al  varco  , 

Questi  di  Boemondo 

Guerrieri ,  o  sgherri ,  a  lui  che  favellarmi 
Chiede  bramoso  ,  per  quell'  uscio  arcano, 
M'  han  tratto  !  Il  cor  m'  inlesi 
Palpitar  qui  giungendo.  .  . 
Qual  uom  che  pose  entro  temuto  ,  orrendo 
Carcere  il  piè  !  —  Terribile  sospetto  ! 
Penetrato  egli  avrebbe?...  —  Un  crudo  inganno 
Forse  mi  conduceva  in  queste  porte  !.  .  . 
Forse  va  attende  qui  vendetta  e  morte  ! 
Entro  al  mio  sangue  immergere 

Non  ardirà  la  mano  : 

Pur,  che  non  può  quell'empio, 

Quel  mostro  disumano , 

Di  tradimenti  fabbro  , 

Capace  d'  ogni  orror  ? 
Ma  sia  che  vuol  :  del  barbaro 

L'ira  tremenda  io  sfido.  — 

Sospiro  di  quest'  anima , 

Spento  cadrò ,  ma  fido  , 


4* 

Col  nome  tuo  sul  labbro , 
Col  nome  tuo  nel  cor  ! 
Vien  Boemondo  ! 

SCENA  IV. 

Boemondo  e  detto. 

Boe.  Incauto  f 

M*  è  noto  il  tuo  disegno  : 

Pur  desta  in  me  P  ingiuria 

Più  sprezzo  assai  che  sdegno  , 

Nè  movo  a  te  rimprovero 

D'  un  fallo  già  punito. 
Gui.  Che  !.  .  . 

Boe.  Sconsigliato  giovine!»,. 

Gui.  Ebben  ? 

Boe.  Tu  sei  tradito. 

Gui*  Da  te. 

Boe.  No  ;  dalla  perfida 

Che  mancator  ti  rese, 
Gui.  Cessa. .  .  . 

Boe.  Quel  cor  volubile.  .  . 

Gui.  Taci.  .  . 

Boe.j  D'  altr'  uom  s'  accese. 

GuiJ  Calunnia  vii  !.  .  .  Possibile 

Non  è  cotanto  eccesso. 
Boe*  E  testimone ,  e  giudice       (con  fermezza) 

Sarai  del  ver  tu  stesso. 
Gui.  Io  L  . .  quando? 

B03.  In  breve. 

Gui.  (Oh  smania  !.  . . ) 

Odimi  ancor. 
(  Boemondo  gli  accenna  di  tacere  ed  attendere  :  quindi  rientra  ) 
Partì  I.  .  . 
Dubbio  crudele  ,  orribile  !.  .  . 
Menti!. . .  —  Ma  pur?. . .  —  Mentì. . .  «. 


i9 

No ,  tu  non  sei  colpevole , 

Alma  dell'  alma  mia.  .  . 

Ah  !  se  tradisce  un  angelo  , 

Ove  trovar  più  fè  ! 
O  ciel ,  se  deggio  apprendere 

Infedeltà  si  ria  , 

Ciel,  ti  domando  un  fulmine... 
Meglio  è  morir  per  me.  (parte) 

SCENA  V. 

Magnifica  Sala  ,  pomposamente  apparecchiata  ,  per  fe- 
steggiarvi la  conquista  di  Belluno.  Dame  e  Cavalieri 
della  corte  di  Boemondo:  Ubaldo  e  fra  loro* 

Tutti        Già  Belluno  al  vento  spiega 
La  bandiera  d'  Eccelino  ! 
Pugni  invan  lombarda  Lega 
Contro  il  ferro  ghibellino. 
Guelfi  ,  l5  itala  contrada 
Sgombra  alfin  di  voi  sarà: 
All'impero  della  spada 
Ogni  forza  cederà. 

SCENA  VI 

Boemondo  conduce  Imberga  ,  Guido  li  segue  :  i  suddetti. 
Al  giungere  di  Boemondo  tutti  s9  inchinano* 

Boe.  Di  tanta  gioia  ,  cavalieri  ,  a  parte 
Vien  la  figlia  con  me. 

(Le  dame  accerchiano  Imherga  :  i  cavalieri  fan  corona 
Per  voi  di  Feltro     a  Boemondo.) 
Sappian  le  genti,  che  l'età  malvagia 
Lo  astringe  al  sangue  ,  ma  non  è  clemenza 
Virtù  straniera  a  Boemondo ,  e  eh'  egli 
Delle  paterne  colpe 
L'  onta  e  la  pena  ricader  non  lascia 
Sul]'  innocente  figlia 
L'  esempio  giovi  a  contestare  il  detto  : 


20 

Mirate  or  voi  qual  donna  entro  al  mio  tetto 
Accolsi. 

SCENA  VII. 
i$'  apre  una  porta ,  donde  comparisce  Elena  :  i  suddetti. 

Gui.  (Elena!.  .  .) 

Eie.  (Guido!...) 

Dame  Costei  !.  .  . 

Cav.  Fia  ver!  Del  tuo  mortai  nemico 

La  figlia  !. .  . . 
Boe.  Sì ,  di  lui 

Che  rovesciar  del  mio  signore  in  Feltre 

Tentava  il  seggio  :  egli  campò  fuggendo..  . 

Del  ribelle  si  taccia. 
Eie.  (  Oh  doppio  core  !  ) 

Boe.  Priva  del  genitore  , 

A  lei  manca  un  sostegno; 

Lo  avrà.  Possente  cavalier  ne  vive 

Amante  riamato  . .  —  Or  tu  lo  noma, 

E  sciogli  il  giuramento , 

Che  il  rito  nuzial  precede  ognora. 
Eie.  (  Ahi  !  dura  terra  ,  e  non  ti  schiudi  ancora  ? 

Non  trovo  il  detto!.  ..  Fatai  momento!...) 
Gui.  (  Ho  T  alma  incerta  !  ) 

Uba.  (  Il  cor  mi  trema  ! . .  .  ) 

Boe.  e  (Io  già  ti  provo ,  io  già  ti  sento 
Imb.  Della  vendetta  gioia  suprema  !  ) 
Eie.     (  Parlami  al  core  ,  voce  paterna , 

Che  sei  pe'  figli  voce  di  Dio.  .  . 

Dammi  costanza,  bontade  eterna, 

Poni  1'  accento  sul  labbro  mio. 

Ogni  altro  affetto  mi  taccia  in  cor.  < . 

Muoia  la  figlia  pel  genitor.  ) 
Gui.  e  (  Un  punto  solo ,  un  solo  accento 
Uba>        Può  trista,  o  beta  farmi  la  sorte!... 

Palpito ,  gemo ,  spero  e  pavento 


25 


Il  terror  d' una  pena 
Le  strappò  dal  tuo  labbro? 
Eie.  (  H  cor  ferito 

Con  dura  mano  egli  mi  tocca  !.  .  .  ) 
Gui.  Il  vero 

Svelar  qui  puoi  ,  soli  qui  siam.  Favella  ; 
Ma  pensa  che  decidi 
La  mia  sorte,  e  la  tua  ! 
Eie.  (  M'  investe  un  gelo  ! ...  ) 

Gui.    Pensa  che  aprir  mi  dei  1'  inferno ,  o  il  cielo  ! 
Ardon  già  le  sacre  faci.  . 
Già  di  fiori  è  sparso  il  tempio.  . . 
Io  sol  manco.  .  . 
Eie.  Taci,  ah!  taci..  . 

(  Gelosia  tremeudo  scempio 
Fa  di  me!. . .  ) 
Gui»  Se  più  non  m'  ami, 

Sol  dall'  odio  consigliato  , 
Volo  a  stringere  i  ledami 
un  imene  sciagurato.  . . 
E  ti  lascio  al  tuo  rimorso  , 
T'  abbandono  al  tuo  rossor. 
Eie.        (  Bever  deggio  a  sorso  a  sorso 

Questo  nappo  di  dolor  !  ) 
Gui.        Ma  se  dirmi  ancor  tu  puoi  : 

T'  amo  ,  e  fida  a  te  son  io  : 
Qui  m'atterro  a5  piedi  tuoi... 
Eie.        (Madre,  aita.  .  .  o  mi  -vedrai 

Vinta  alfine  in  tanta  guerra...) 
Gui.       Ti  discolpa ,  e  mia  sarai.  .  . 

E  vivrem  beati  in  terra  , 
L'  un  dell'  altro  sempre  accanto.  .  . 
In  un'  estasi  d' amor  ! 
Eie.       (  Dio ,  lo  vedi.  .  .  a  tale  incanto 

Non  resiste  umano  cor  !  ) 
Gui.       Parla. . .  ah  !  parla  ,  ed  or  tù  guido  , 
Or  mia  speme  ,  appiè  dell'  ara. 


26 

Eie.       (  Ei  trionfa!..)  Sappi,  Guido, 

Ch'  io  giammai.  .  .  (La  campana  del  maggior 
tempio  suona  I*  ultima  ora  del  giorno  : 
Elena  è  presa  da  tremito  convulso) 

Qui.  Finisci ,  o  cara.  .  . 

Eie.  Ch*  io  giammai  per  te  non  arsi , 

(  con  l'accento  della  disperazione) 

Che  d'Ubaldo  è  l'alma  mia, 

Che  fra  noi  barriera  alzarsi 

Deve  eterna. .  . 
Cui.  Eterna?  Il  sia. 

Corro  al  tempio  ,  ed  ivi ,  ingrata , 

Nuovi  giuri  scioglierò.  . . 
Questa  man  da  te  spregiata 

Offro  ad  altra.  .  .  e  poi.  .  .  morrò  1 
Ah  tradisti  d'ogni  amore 

Il  più  fervido  ,  il  più  santo.... 

Lacerasti ,  o  cruda  ,  un  core 

Che  vivea  per  te  soltanto.... 

Ahi  !  pensiero  non  intende 

Le  mie  smanie  atroci  9  orrende.... 

Il  dolor  che  fai  provarmi 

Ti  perdoni  il  ciel ,  se  può. 
Eie.       Vanne  all'  ara  ,  e  benedica 

I  tuoi  voti  un  Dio  d'amore.*.. 

Abbia  pur  la  mia  nemica 

La  tua  destra  ,  ed  il  tuo  core.... 

Una  stilla  del  tuo  pianto 

Sia  concessa  a  me  soltanto.... 

Ah  !  ne  aspergi  i  freddi  marmi 

Ove  in  breve  dormirò. 

(Guido  parte  disperato:  Eleoa  si  ritira.) 


27 


SCENA  III. 

Gabiuetto  negli  appartamenti  di  Ubaldo, come  all'atto  primo. 
Ubaldo. 

(  Egli  si  avanza  a  passi  rapidi  ,  incerti  ,  vacillanti  :  è  Scoperto 
di  pallore,  le  sue  membra  sono  tremanti  ,  inorriditi  gli  sguardi) 

Oh  inaudita  perfidia  !     .  Oh  sanguinoso 

Orribil  tradimento  !... 

Nella  profonda  sotterranea  volta  , 

In  cui  fu  tratto  Sigifredo  ,  io  mossi, 

Onde  affrettar  l'istante 

Che  i  lacci  suoi  scioglier  dovea. .  .  Ma  quale, 
Ahi!  qual  s'offerse  a  me  vista  ferale!. 
Al  chiarore  di  lugubri  tede 
Vidi  un  palco  di  sangue  bagnato  !  . , 
E  balzar  del  carnefice  al  piede 
Il  suo  capo  dal  busto  troncato  ! 
Quella  cruda  ,  terribile  scena 
Ho  presente  al  pensiero  tuttor  f  . , 
Ed  un  gel  mi  ricerca  ogni  vena!'.. 

I  Capelli  mi  drizza  Y  orrori   (Si  getta  a  se- 
dere. Un  momento  di  silenzio) 

Quando  fia  noto  l5  orrido  inganno  , 
Qual  della  figlia  sarà  l'affanno  !  . 
Ahimè!  che  prezzo  della  sua  mano  (sorgendo  ) 
Era  la  vita  del  genitore  ! 
Dunque  io  la  perdo  !  ..  ho  dunque  invano 
Di  grave  colpa  macchiato  il  core  !  .  . 
Or  che  mi  resta  ?  —  Che  ?  Vendicarmi. 
Ola? 

SGENA  IV, 
Ubaldo  e  la  sua  gente. 

Uba,  Miei  prodi  ,  sorgete  all'  armi.  .  . 

Lo  sdegno  guelfo  che  in  sen  vi  cova, 


28 


Sbocchi  a  vendetta  di  molte  offese.  .  .'  — ■ 
Elena  ancora  veder  mi  giova.  .  . 
Ma  s5  ella  nega. .  ,  ma  s'  ella  apprese.  .  . 
O  Boemondo  ,  dell'  empio  eccesso 
Ragion  col  ferro  ti  chiederò. 
Coro      U  ardir  sopito  ,  V  odio  represso  , 
Un  sol  tuo  grido  in  noi  destò 
Uba.     Se  deggio  perdere  V  amato  oggetto  , 
La  vita  un  peso  divien  per  me; 
Siccome  al  reprobo ,  al  maledetto  , 

Che  la  speranza  del  ciel  perdè.  — 
Ma  trema  ,  infame ,  ho  brando  e  core.  .  . 
Fiumi  di  sangue  scorrer  farò.  .  . 
Giuro  commettere  qualunque  orrore... 
Più  scellerato  di  te  sarò. 
Coro        Giunse  il  momento  vendicatore  L. 

E  cielo  e  terra  colui  stancò.  (partono) 

SCENA  V. 

Stanza  di  Elena:  due  porte  laterali,  ed  in  fondo  gran 
verone  aperto  da  cui  scorgesi  la  cupola  della  cattedra- 
le :  è  notte  ;  un  doppiere  arde  sur  una  tavola. 

Elena  pallida  come  la  morte  y  e  giacendo  sopra  una 
seggiola.  Gualtiero  le  sta  mestamente  dappresso. 

Eie.  (  sorge  agitatissima  :  il   suo  piede  è  tremai  » ,  fioca  la  sua 

Condurre  Ubaldo  in  libertà  dovea  voce) 

Fra  queste  braccia  il  padre... 

Della  promessa  già  trascorsa  è  V  ora  , 

Ma  pur...  La  sua  dimora 

Gelar  mi  fa  ! 
Qua.  Pavento  anch'  io... 

Eie.  '  vaane 

Al  carcere  paterno  , 

E  la  cagion  del  fero 

Induco  chiedi. 
Qua.  Oh  cielo!...  e  posso,  e  deggio , 


29 

Nello  stato  crudele  in  cui  ti  veggio  , 
Lasciarti  ?... 

Eie.  Sia  preghiera  ,  o  sia  comando  , 

Va,  non  tardar.,  se  restì,  1'  incertezza 

Bf  Ucciderà.  (Gualtiero  parte  :  ella  rimane  come 

assorta  in  letargo.  Tutto  ad  un  tratto  un'  improvvisa 
luce  si  diffonde  nella  stanza) 

Che  fia  !.  .  . 
Mi  balza  il  core  !.  .  .  (accorre  vacillando  al  verone) 

Oh  vista  !... 
Il  nuzial  corteggio!  E  Guido...  ah!  Guido 
Presso  la  sua  ! - —  Non  posso  , 
Non  posso  dirlo.  Ahimè  !...  giungono  al  tempio!.. 
Varcan  la  soglia!...  —  No...  crudi!  fermate.  . . 
Ch*  io  muoia  innanzi...  almen  ,  deh  !  rispettate 
Questi  d'  un'  infelice 

Momenti  estremi...  —  Ah!  già  dagli  occhi  miei 
Sparvero  L.  Morte,  e  così  lenta  sei? 

(intanto  s'  ode  lo  squillo  delle  campane  suonanti 
a  festa  ,  ed  il  seguente) 

Coro        O  tu  che  i  mondi  innumeri 

D"  un  cenno  e  festi  e  reggi , 

Tu  che  dettasti  agli  uomini 

D'  amor  le  sante  leggi, 

Volgi  sull'ara  pronuba 

Un  guardo  di  favor  $ 
E  stretti  in  sacro  vincolo 

Fa  di  due  cori  un  cor. 
Eie.         Tace  la  squilla  !  . .  cessano 

X  cantici  devoti  !..  — 

Tristo  ,  fatai  silenzio  !  . 

Egli.  . .  or. . .  pronunzia  i  voti  !  . ,  — 

Fu  detto  il  si  terribile , 

Fu  detto  ,  il  cor  1'  udì  !  (  Nel  delirio  della 
gelosia  fa  qualche  passo  verso  il  verone  e  pro- 
tende le  mani  ,  come  in  atto  di  maledire  ;  ma 
pentita  immantinente,  cade  in  ginocchio,  ed 
alza  al  cielo  i  lumi  irrigati  di  lagrime.  ) 


30 

Per  quest'  orrendo  strazio 
Che  mi  conduce  a  morte.  .  * 
Di  lui ,  di  lui  propizia, 
Rendi ,  signor  ,  ]a  sorte  . . . 
Guido  non  è  colpevole. .  . 
Un  empio  lo  tradi  ! 
Chi  giunge  ?  (levandosi  a  stento) 

Ubaldo...  Oh  palpito 
Mortale!.. 

SCENA  VII. 


Ubaldo  con  seguito  ,  e  detta. 


Il  genitore 
Ov'  è  ?  rispondi.  .  . 

Calmati... 

Udrai.  ..  Ma  qual  pallore  !... 
Qual  angoscioso  anelito  !  .  .  . 
Donna  !  tu  manchi  ! .  .  .  Oh  Dio  ! 
S'  aiti... 

No.  .  .  scostatevi... 
Il  padre...  il  padre  mio 

(orìesi  il  rimbombo  di  musica  giuliva) 

Suonali  le  vie  di  giubilo  !... 
Uba,  e  Coro  Ah  !  mal  ti  regge  il  piede  !... 
Eie.    Guidan  gli  sposi...  al.,,  talamo!... 

(con  smania  sempre  crescente) 
E  il  servo  ancor  non  riede  !... 
Padre...  deh  !  padre.  .  .  affrettati... 
Se  indugi...  troverai 
Spenta  la  figlia... 


Eie. 
Uba. 

Eie. 


31 

SCENA  ULTIMA. 
Gualtiero  9  e  detti. 

Guù.  Oh  misera  ! 

Più  genitor  non  hai.  * . 
Mira  di  lui  che  avanza.,. 

(  le  porge  la  ciarpa  di  Sigifredo  insanguinata) 
La  scure  lo  colpì. 
Eie,    La.  . .  scure  !...  ed...  io  ! 
Coro  Costanza.  ,  . 

Uba.         Lilena  !...     (ella  si  accosta  la  ciarpa  alle  labbra  ; 

ma  presa  da  sincope  mortale  piomba  al  suolo  ) 
Gua  e  Coro        Oh  ciel  !.. 
Uba.  Morì!,. 

(  cacciandosi  disperatamente  le  mani  fra'  capelli. 
Gualtiero ,   soccorso  dalla    gente  di   Ubaldo  9 
rialza  Elena,  e  l'adagia  sur  una  seggiola.  — 
Breve  silenzio.  —  Elena  riapre  languidamente 
gli  occhi  ,  che  restano  affissi  al  cielo  ,  qual  di 
persona  rapita  da  visione  celeste) 
Eie.         No  ,  non  è  spento  il  padre  $ 
Egli  lassù  m5  attende . . . 
Ecco  la  man  mi  stende.  .  .  — 

10  corro.  .  .  io  volo  a  te.  .  . 
Neil5  estasi  beata... 

Del  tuo  paterno  amplesso , 

11  cielo  ,  il  cielo  istesso... 

Più  bello...  fia...  per  me  !  (spira) 
Uba-  (in  ginocchio  presso  l'estinta) 

Tutta  la  vita...  in  lagrime... 
Sul  cener  tuo...  vivrò... 
Gua  e      Dal  ciel  mancava  un  angelo... 
Coro  Iddio  lo  richiamò  ! 


FINE. 


1 


V '.  Se  ne  permette  la  stampa. 

//  Rev.  per  la  gran  Cane, 
ADAMI. 


\ 

\